Da domani sia nella liturgia eucaristica che nei vespri troveremo le antifone dette «maggiori», antifone che sono dette comunemente “antifone O” dell'Avvento, perché cominciano tutte con questa esclamazione “O…”. esclamazione propria di chi sta contemplando con il cuore colmo di stupore. Sono una serie di invocazioni messianiche che invocano Colui che è promesso nell’AT perché venga a salvare il suo popolo.
Ognuna delle antifone O infatti, si concentra su un diverso e particolare titolo messianico, costituendo un vero e proprio compendio di Cristologia. Le antifone O presentano un’immagine dell’identità di Cristo, frutto della teologia e della grande ricerca cristologica dei padri della Chiesa dei primi secoli.
Se si leggono al contrario le iniziali latine dei titoli messianici che accompagnano l’esclamazione «O...», si ottiene un acrostico: ERO CRAS: SARÒ LÌ DOMANI.
L’invocazione contiene già l’esaudimento della preghiera; la nostalgia dei beni perduti diviene gioia del possesso; il desiderio di incontrare il Dio salvatore si fa contemplazione della sua vicinanza: «Il “vieni’’ che dopo la contemplazione introduce l’invocazione porta su di sé tutto il peso della speranza cristiana» (M. Magrassi).
Un’altra caratteristica di ogni antifona è quella di avere sempre un riferimento al passato, al presente e al futuro. Le antifone O sottolineano con ancora maggior forza che il Bambino deposto nella mangiatoia è veramente il Dio che abbiamo atteso e desiderato: è Lui l’eterna Sapienza, il nostro Signore, il Messia lungamente atteso, il Germoglio della stirpe di Davide, il Re, il vero Sole che sorge, il Dio con noi, l’Emmanuele. Lui ha portato a compimento l’attesa dei popoli con la sua incarnazione e soprattutto nel mistero pasquale; e Lui infine attendiamo perché tutti possano conoscerLo come Sapienza, Signore, Re…
Attendiamo con gioia grande il nostro Salvatore... buon cammino!
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