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Immagine del redattoreSuore di Santa Marta

Sabato della Seconda settimana di Avvento

In ascolto della Parola...


Elia è già venuto, e non l'hanno riconosciuto.

Dal Vangelo secondo Matteo (17,10-13) Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Parola del Signore.


per ascoltare noi stessi...

Tutto l’Antico Testamento si conclude con l’attesa di Elia, e il cuore dei Vangeli ha il suo apice sotto la Croce quando tutti i presenti attendono che venga Elia. Dietro questa attesa c’è la promessa che ciò che conta ha sempre qualcosa che ne prepara la strada e lo indica. Ma Gesù ricorda ad alta voce che il destino di tutti i profeti è quello di non essere riconosciuti nel momento in cui parlano e profetizzano. È un’amara verità: capiamo l’importanza di qualcosa o di qualcuno quando ormai è troppo tardi. Eppure basterebbe essere più semplici, più umili, più pazienti e più leali, per accorgerci che il Signore riempie la nostra vita di ciò che conta attraverso le cose più normali e meno evidenti di cui è fatta la nostra esistenza. Vorremmo sempre un effetto speciale che ci dica che quella è una cosa giusta, ma la verità è che chi cerca effetti speciali non si accorge di quanta bellezza che c’è nelle cose semplici che ci circondano e che ci parlano senza gridare. La verità che stiamo cercando non riguarda più il futuro, ma il presente che c’è davanti ai nostri occhi. È una lezione che i pastori imparano immediatamente quando la notte in cui Gesù viene al mondo sanno riconoscere il figlio di Dio in un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia. In quella semplicità disarmante essi sono capaci di compiere il gesto di fede più alto: “e prostratisi lo adorarono”. L’Avvento è il tempo in cui dobbiamo far pace con un Dio che non ha bisogno di attirare l’attenzione per venire al mondo, ma necessità di un cuore attento che sa scorgere nel dettaglio l’essenziale che si sta cercando e che trovatolo riempie la vita fino a farla traboccare di gioia.
Luigi Maria Epicoco

Domandiamoci:

  • Ti è mai capitato di non aver riconosciuto un dono perché aspettavi che fosse diverso?

  • Come rendi attento il tuo cuore alla presenza di Dio nella tua vita quotidiana?

  • Ho qualcuno che mi aiuti a scoprire la presenza di Dio nella mia vita? So riconoscerlo? So essere io profeta per chi mi è vicino?

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